lunedì, marzo 26, 2012

La quieta primavera senegalese

Il secondo turno delle elezioni presidenziali in Senegal, svoltosi il 25 marzo, ha incoronato come quarto presidente della storia del Paese Macky Sall, ex-Primo Ministro e presidente del Parlamento. Le elezioni non erano iniziate sotto i migliori auspici: la Corte Suprema aveva infatti respinto la candidatura della popolare pop-star Youssou N'Dour e aveva convalidato la candidatura del presidente in carica Abdoulaye Wade. A 85 anni, Wade - soprannominato non a caso "le vieux" - era salito al potere nel 2000 e contava di restarvi ancora per sette anni. Nonostante infatti avesse egli stesso promosso una riforma costituzionale che impediva un terzo mandato presidenziale, aveva sostenuto che tale clausola non si applicava al suo primo mandato (2000-2005), in quanto la riforma era posteriore e non retroattiva. Wade inoltre era accusato dalla popolazione di voler favorire una successione "monarchica" a proprio figlio Karim, ministro con mille deleghe - soprannominato "il ministro del cielo e della terra" - accusato di corruzione e appropriazione indebita in base ad alcuni messaggi diplomatici americani captati da Wikileaks e messi in rete. Le evidenti analogie con la situazione di molti Paesi nordafricani avevano fatto pensare ad una imminente "primavera senegalese", viste anche le violente proteste scoppiate a Dakar in occasione del primo turno delle elezioni. A dispetto di questi timori, il secondo turno si è svolto ordinatamente e l'avversario di Wade, Macky Sall - che aveva ottenuto l'appoggio di tutti gli altri candidati dell'opposizione - ha ottenuto una larga vittoria. Un segno di maturità democratica importante per un Paese che vede la sua seconda alternanza presidenziale per via pacifica (la prima fu appunto quella di Wade nel 2000) e che, dopo il recente colpo si Stato in Mali, rimane l'unico Paese dell'Africa occidentale a non avere mai assistito a interventi dell'esercito in politica. Ora la sfida è quella di diffondere - soprattutto nelle campagne - i benefici di una sostenuta crescita economica, e di contenere l'aumento vertiginoso dei prezzi dei beni di prima necessità, che hanno conosciuto un'impennata negli ultimi cinque anni. Un chilo di riso, che nel 2007 costava 145 franchi CFA, oggi ne costa più di 450, cioéil triplo.
Festeggiamenti dei sostenitori di Macky Sall a Dakar
Qui sotto trovate una breve cronaca delle elezioni tratta dall'agenzia MISNA.

Macky Sall eletto presidente. La vittoria è del popolo.
 
E’ l’ex primo ministro Macky Sall il nuovo presidente del Senegal: il verdetto delle urne parla chiaro man mano che vengono diffusi i risultati seggio per seggio del ballottaggio tenuto ieri nella calma. Intervenuto verso le 21.30 alla ‘Radiotelevisone pubblica senegalese’ (Rts), il presidente uscente, l’85 enne Abdoulaye Wade, ha già riconosciuto la sua sconfitta, complimentandosi con il vincitore. I primi risultati globali dovrebbero essere comunicati tra martedì e mercoledì, ma quelli diffusi a poche ore dalla chiusura dei seggi confermano la vittoria dell’ex primo ministro, ampiamente in testa sul presidente uscente.
Ancora prima delle dichiarazioni ufficiali di Wade e del primo discorso di Sall in qualità di presidente eletto, a Dakar migliaia di persone hanno raggiunto la sede di campagna elettorale dell’ex primo ministro e festeggiato per ore a suon di musica e balli tradizionali. Stesse scene di esultanza popolare sono state vissute da diversi quartieri della capitale, sulla storica Piazza dell’Indipendenza e nei pressi del palazzo presidenziale, di cui Wade è stato l’inquilino per gli ultimi 12 anni.
“Il grande vincitore del secondo turno delle presidenziali rimane il popolo senegalese. Nel paese come all’estero i cittadini hanno votato nella calma e la serenità. La loro maturità è un motivo di grande orgoglio per ognuno di noi” ha detto il neo capo dello Stato nel suo primo discorso alla nazione, che si è impegnato ad essere “il presidente di tutti i senegalesi”. Dopo aver ringraziato i suoi sostenitori politici e della società civile, i giornalisti per il lavoro svolto e il presidente uscente Wade, “per la sua telefonata”, Sall ha affermato di “essere consapevole dell’immensità delle aspettative della popolazione” e annunciato “l’inizio di una nuova era per il paese grazie ad un impegno teso alla ripresa attesa da ognuno”.
Positivi sono stati i primi pareri degli osservatori elettorali: “Le cose sono andate bene. Spero che il Senegal possa dare un forte esempio di democrazia nella regione occidentale dopo il colpo di Stato verificatosi nel vicino Mali” ha detto Thijs Berman, capo della missione dell’Unione europea.

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