venerdì, giugno 10, 2011

Il Sudan sull'orlo di una nuova guerra civile?

E' una notizia che non avrei mai voluto darvi, ma questa volta il Sudan potrebbe essere veramente sull'orlo di una nuova guerra civile, se non interviene qualcuno a bloccare gli scontri attualmente in atto. Nessuno dei nostri giornali ne ha parlato, tutto sembra avvenire nella più totale distrazione della cosiddetta "comunità internazionale".
Due settimane fa il governo del Sudan (Nord) ha occupato Abyei, una zona contesa al confine tra nord e sud, ma soprattutto da alcuni giorni sta bombardando il Southern Kordofan, una regione che fa parte del Nord ma dove il Sudan People's Liberation Movement/Army (SPLM/A, il movimento sudista ex-ribelle che si appresta a governare il Sud Sudan indipendente) ha un forte sostegno da parte della popolazione. Mentre vi scrivo, e nel momento in cui voi leggerete, ci sono bombardamenti in atto, uccisioni casa per casa, saccheggi e incendi.
In questa regione si erano svolte poche settimane fa le elezioni per il Governatore (molto importanti, visto che il Sudan è una repubblica federale) ed aveva vinto il candidato di Khartoum. Malgrado le proteste del SPLM/A, gli osservatori internazionali hanno convalidato le elezioni.
Le tensioni post-elettorali sono però sfociate in scontri armati veri e propri, visto che il SPLM/A mantiene delle truppe nella regione. Il Governo ha imposto al SPLM/A di ritirare tutte le sue truppe entro il primo giugno (ricordiamoci che il 9 luglio il Sud Sudan diventerà uno stato indipendente, perciò le truppe del SPLM/A non avranno alcun diritto a stare in Southern Kordofan, che è a nord del confine). Siccome il SPLM/A non ha accettato, sostenendo - com'è vero - che i soldati dispiegati in Southern Kordofan sono tutti originari della zona, e quindi non hanno alcun posto dove "ritornare" a Sud (dovrebbero però essere smobilitati, questo è il problema), l'esercito di Khartoum iniziato a bombardare e ha riportato nella regione le famigerate milizie paramilitari, responsabili di massacri efferati nella prima metà degli anni '90.
Le vittime delle milizie sono i Nuba, una popolazione autoctona non-araba ma in parte islamizzata ed in parte cristianizzata. I Nuba hanno un forte senso della propria identità culturale, abitano su montagne dove si sono rifugiati proprio per difendersi dalle razzie dei nomadi arabizzati (insediatisi nell'area dopo di loro, oggi costituiscono buona parte dei membri delle milizie), hanno una propria lingua e usi e costumi molto particolari. Sono una popolazione storicamente emarginata e discriminata dai governi di Khartoum, e proprio per questo durante la guerra si allearono con il Sud contro il Governo. Ora che il Sud sta per ottenere la sua indipendenza, i Nuba rimarranno quasi soli nella loro battaglia. E' proprio per questo che il SPLM/A non ha accettato di ritirare le sue truppe dal Southern Kordofan: sa infatti che sono l'unica difesa per i Nuba.
Negli anni '90 il Governo tentò di colpirli con una vera e propria campagna di genocidio, cioé cercando di cancellare la loro identità, bruciando chiese e moschee, stuprando le donne, rinchiudendo la popolazione in "villaggi della pace" che altro non erano se non campi di rieducazione.
Oggi le notizie che giungono direttamente da Kadugli, capitale del Southern Kordofan, sembrano descrivere una situazione analoga: milizie che uccidono civili indiscriminatamente, si accaniscono contro le chiese e gli edifici abitati da religiosi, bruciano i villaggi.
Possiamo solo pregare che non sia l'inizio di una nuova guerra tra Nord e Sud. Entrambi si sono riarmati pesantemente in questi sei anni di pace, sarebbe un conflitto di proporzioni spaventose.

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