giovedì, settembre 20, 2007

Ramadan

Il Ramadan trasforma la vita della citta' in molti modi... innanzitutto tutte le attivita' iniziano piu' tardi perche' la gente mangia di notte, quindi non puo' essere presto a lavoro, e gli studenti non possono essere presto a scuola... Poi tutti i negozi chiudono prima perche' digiunando la gente si stanca molto piu' facilmente, quindi non riescono a mantenere un orario di lavoro lungo. Se passi lungo le strade nel primo pomeriggio, che per loro e' il momento peggiore, vedi negozianti sdraiati davanti ai negozi a riposare, alcuni che dormono, oppure gli operai sfiancati dopo una mattinata di lavoro a 35 gradi senza bere, che durante la pausa pranzo guardano nel vuoto, le gambe ciondoloni dalle impalcature...
Un altro fatto evidente e' che all'ora di pranzo e' difficile trovare da mangiare, anche se qui nel quartiere cristiano molti alimentari e ristoranti rimangono aperti...e meno male!
In generale, quindi, la vita della citta' continua a scorrere con il suo ritmo frenetico, ma tutto sembra leggermente piu' rallentato, piu' svogliato, piu' faticoso...
Poi alle 19, inizia il fermento.
I negozianti chiudono i negozi e vanno a prendere il cibo, e il quartiere islamico della citta' vecchia pullula di uomini e ragazzi che portano piatti da una parte e dall'altra, molti fanno volteggiare sopra le loro teste interi vassoi pieni degli ottimi mezzeh, cioe' i famosi antipasti siriani: l'hommos, il ghannoush (una salsa di melanzane), il fattoush (un'insalata di pomodori e verdura con dei pezzi di pane secco spezzati dentro), il tutto condito da una buona pagnotta al sesamo e bagnato da un'intera teiera di the.
Molti mangiano fuori dai negozi, sulla strada, alcuni vanno al caffe' e insieme al cibo si fanno portare un narghile'...
La citta' rincomincia a vivere con il canto del muezzin che chiama alla preghiera della sera, e intere famiglie si recano a pregare, lasciando i bambini scorazzare rumorosamente nel cortile d'ingresso del luogo santo.
Durante il Ramadan a nessuno deve mancare da mangiare, ed e' quindi il tempo opportuno per praticare l'ospitalita', la carita' e l'elemosina, verso tutti.
Basta uno sguardo verso il cibo, ed ecco che si e' subito invitati a mangiare insieme ad un negoziante o ad una famiglia. Nessuno mangia da solo.
Ma e' verso i poveri in particolare che si rivolge l'attenzione della comunita'.
Nella grande moschea degli Omayyadi, vengono allestite centinaia di vasche di riso con il condimento a fianco, e dopo la preghiera migliaia di persone ne mangiano. Mi hanno detto che tutte le sere sono 6.000 i poveri che nella sola Grande Moschea ricevono il pasto. Alcuni rimangono fuori, e la polizia deve rigettarli con la forza.
Io sono entrato poco dopo la fine della cena, e il cortile della moschea era pieno di cibo e stoviglie di plastica lasciate per terra. Appena sono entrato, sono stato circondato da tre bambini di 10-12 anni che fumando una sigaretta hanno iniziato a scherzare sulla mia macchina fotografica e poi hanno iniziato a chiedermi dei soldi.
Dopo la prima cena, (quella per riempire il buco, diciamo...), e' come se fosse la citta' a riprendersi dal digiuno: le saracinesche si riaprono, i commercianti riprendono il loro abituale sorriso, la loro consueta parlantina e il gusto della contrattazione... I giovani iniziano a prepararsi per la sera, che sara' molto lunga. Dopo le 22 i ristoranti si riempono di gente che fuma il narghile', beve the e mangia...il cibo costa piu' del doppio durante il Ramadan, ma non importa, per i musulmani "onorare le feste" e' un vero comandamento, e, da cio' che si vede guardando il volto della gente, fonte di una gioia profonda.

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