sabato, maggio 21, 2011

Alassane Ouattara inaugurato presidente della Costa d'Avorio

Oggi stesso, Alassane Ouattara è stato inaugurato presidente della Costa d'Avorio. Significativamente, ad assistere alla cerimonia sono stati oltre venti capi di Stato africani, Nicolas Sarkozy ed il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki Moon, sottolineando l'estrema importanza della Costa d'Avorio nello scacchiere africano e la volontà della comunità internazionale di rivendicare parte del successo nella soluzione della crisi ivoriana.
Dopo le elezioni di novembre, in cui lo stesso Ouattara ed il presidente uscente Laurent Gbagbo avevano ottenuto circa la metà dei voti rispettivamente - ma con una leggera maggioranza a favore del primo - la Costa d'Avorio ha vissuto alcuni dei mesi più bui della sua storia, rischiando di scivolare nuovamente nella guerra civile.
Gbagbo ha cercato di rimanere aggrappato al potere finché ha potuto, ma la compattezza della comunità internazionale nel riconoscere la vittoria di Ouattara e nel denunciare l'illegittimità della resistenza dell'ex-presidente lo ha condotto ad una fine umiliante: l'arresto ad opera di truppe leali ad Ouattara nella sua residenza, durante un blitz ad Abidjan cui hanno partecipato anche forze speciali francesi, con un'autorizzazione dell'ONU. Attualmente Gbagbo, la sua potente moglie e molti suoi ministri e consiglieri sono detenuti in un albergo, in attesa di un giudizio.
Economista rispettato, già vice direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (anche se di questi tempi non è una grande credenziale per potenziali presidenti...) e Primo Ministro dal 1990 al 1993, Ouattara venne dichiarato ineleggibile dai successivi governo in quanto di origini burkinabé. Il dissesto economico in cui sprofondò la Costa d'Avorio all'inizio degli anni '90, dopo la fine del regime pluridecennale di Felix Hophouet-Boigny, infatti, rinfocolò le passioni nazionaliste e l'avversione contro gli stranieri (alcuni dei quali si erano stabiliti in Costa d'Avorio da diverse generazioni), numerosissimi soprattutto nel nord, cuore agricolo del Paese.
Ouattara dovrà cercare di riunificare il Paese tracciando una linea netta di rottura rispetto al passato recente. Non sarà facile, dopo gli estenuanti dibattiti sul diritto alla cittadinanza degli ultimi anni e le profonde divisioni creata dalle elezioni.
La speranza è che la Costa d'Avorio possa tornare ad essere un traino per tutta l'Africa occidentale, un'area dove solo dieci anni fa ben cinque Paesi vivevano una situazione di conflitto (Liberia, Sierra Leone, Senegal, Guinea Bissau e, di lì a poco, Costa d'Avorio) e dove oggi la pace sembra essersi insediata stabilmente.

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