lunedì, febbraio 26, 2007

GUINEA 26/2/2007 8.29 DOPO ACCORDO, SOSPESO LO SCIOPERO. OGGI GIORNATA DI PREGHIERA


Il lavoro dovrebbe riprendere regolarmente soltanto domani in tutto il paese mentre quella di oggi dovrebbe essere una giornata esclusivamente di preghiera dedicata alle 120 vittime della violenza scatenatasi nelle ultime sei settimane: è questa per lo meno la decisione dei capi sindacali che ieri - quando il presidente Lansana Conté ha accettato di sostituire il primo ministro scegliendolo in un elenco compilato da sindacati e opposizione - hanno fatto sapere di voler sospendere alla scorsa mezzanotte lo sciopero generale indetto in gennaio. L’intesa è stata raggiunta dopo lunghi colloqui svoltisi tra sabato e domenica tra rappresentanti dei sindacati e della società civile, il presidente in persona e i mediatori della Cedeao/Ecowas (Comunità economica degli stati dell Africa occidentale) dopo che venerdì scorso il parlamento aveva votato contro la richiesta presidenziale di prolungare la legge marziale (o di stato d’assedio) imposta alcuni giorni fa. Secondo fonti locali, il nuovo primo ministro potrebbe essere scelto nella seguente rosa di nomi: Saidou Diallo, direttore della ‘Caisse nationale de sécurité sociale’, Kabinet Komara (Eximbank), Mohamed Béavogui(Fao) e Lansana Kouyaté dell’Organizzazione per Francofonia. Si tratta di ‘tecnocrati’ con esperienza di lavoro in organismi internazionali e senza legami particolarmente forti con la politica locale. Che il nome definitivo sia tra questi o altri, la nomina ufficiale dovrebbe avvenire entro il 2 marzo, dopo un nuovo decreto presidenziale che destituisce l’attuale primo ministro Eugène Camara, nominato da Conté circa due settimane fa ma ritenuto troppo vicino allo stesso presidente. Come previsto dagli accordi siglati il mese scorso tra il governo guineano e i sindacati, il nuovo premier, che avrà pieni poteri di capo di Stato e di governo, dovrà guidare un governo di unità nazionale in grado di portare il paese fino alle elezioni presidenziali del 2010, durante le quali, in maniera democratica, verrà sancita l’uscita di scena del presidente Conté.[MB]

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