mercoledì, ottobre 18, 2006

Povera Costa d'Avorio, un altro anno di sofferenze?

da misna.it

Estendere di un altro anno il mandato del presidente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo, e quello del primo ministro ad-interim nominato dalle Nazioni Unite, Konan Banny: queste le conclusioni contenute nel documento redatto ieri dal Consiglio per la pace e la Sicurezza dell’Unione Africana (Ua) e inviato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che entro la fine del mese dovrà decidere sulla gestione della nuova transizione ivoriana. L’Unione africana ha quindi recepito le proposte avanzate dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas/Cedeao) riguardo al mantenimento delle istituzioni di transizione attuali, le quali termineranno il proprio mandato il 31 ottobre prossimo. Entro quella data si sarebbero dovute tenere le elezioni presidenziali e legislative (nuovamente rinviate per problemi organizzativi) con le quali, in base agli accordi di pace siglati da governo, ribelli e opposizione politica, si dovrebbe risolvere definitivamente la crisi esplosa nel 2002 e che da allora continua a dividere il paese a metà. “Abbiamo stabilito che malgrado tutti gli sforzi è stato impossibile organizzare le elezioni” ha detto il presidente dell’Ua, Denis Sassou Nguesso, parlando ai giornalisti al termine dell’incontro del Consiglio africano tenutosi ieri ad Addis Abeba. Nel documento redatto dai rappresentanti africani si prevede comunque un aumento dei poteri del primo ministro Banny, a cui è stato concesso, in sede di Consiglio dei ministri, di procedere per ordinanze e decreti legge e a cui sono stati affidati ampi poteri in materia di Difesa e di organizzazione del processo elettorale. L’Ua, infine, ha anche deciso di revocare il mandato di mediatore affidato lo scorso anno al presidente sudafricano Thabo Mbeki, dopo le critiche mosse contro di lui dall’opposizione politica e dai ribelli ivoriani. La nuova mediazione sarà affidata a Nguesso, al presidente della Commissione dell’Ua, Alpha Oumar Konaré, e al presidente di turno dell’Ecowas/Cedeao, Mamdouh Tandja. Furono i ribelli, dopo un tentato golpe ai danni di Gbagbo (19 settembre 2002), a dare il via alla crisi politica, militare, economica e sociale, che da quattro anni tiene in scacco uno dei paesi più floridi dell’intera Africa occidentale, da allora diviso a metà, con il centro-nord in mano ai rivoltosi e il sud controllato dalle istituzioni elette. [MZ]

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